Diciamolo sin da subito, stabilire con certezza l’origine delle “scale modali” è impossibile. Tuttavia possiamo formularne un percorso con delle tappe più o meno precise: l’Antica Grecia, l’Impero Bizantino e l’Europa latina.
In questi contesti si svilupperanno gli otto modi i cui nomi sono usati ancora oggi dai musicisti. Mi riferisco ai classici Dorico, Lidio, Frigio ecc. Queste sono le premesse all’episodio che vi propongo oggi.
Gli otto modi del cristianesimo
Nelle ultime puntate di Storia della Musica abbiamo raccontato il mondo sonoro orbitante al Medioevo cristiano, sia quello latino, sia quello orientale bizantino. Entrambi i due vasti e sfaccettati territori hanno utilizzato un sistema di divisione dei suoni riassunto nei cosiddetti otto Modi.
Essi venivano usati per organizzare il calendario liturgico secondo precise regole simboliche e pratiche. Questi otto modi non sono altro che una rielaborazione delle antiche “armonie” greche. Argomento che avevamo già trattato e che in questo video ripresento sinteticamente.
Noi oggi le chiamiamo per comodità “scale” tuttavia avevano un senso totalmente differente; sia per i Greci, sia per i teorici vissuti nel Medioevo.
Dai greci ai cristiani
Il video è molto corposo, per cui non intendo dilungarmi troppo. Vi fornisco qui una breve ossatura per seguire al meglio l’intricato discorso.
I nomi “Dorico”, “Frigio”, “Lidio” provengono da zone o popolazioni antiche precise. Nell’organizzare le varie teorie musicali, i Greci collegarono a determinate sequenze e stili i suddetti nomi. Le cosiddette harmoniae.
Il passaggio al Medioevo avviene tramite due strade principali: il mondo orientale bizantino e il teorico romano Severino Boezio vissuto nel VI secolo. A cui abbiamo dedicato uno dei precedenti episodi.
Boezio vive a pochi anni dalla caduta dell’Impero Romano d’Occidente, per cui tutto l’antico sapere greco, benché in declino, era in parte sopravvissuto grazie al loro dominio. Boezio infatti nel suo Istitutione Musica raccoglierà parte di quel sapere tracciandone un resoconto.
In questo trattato fanno la comparsa pure i cosiddetti Modi. Alcune sue interpretazioni renderanno complicato ai posteri la corretta comprensione. Non a caso in epoca Carolingia, quando si riprenderanno in mano i suoi preziosi documenti, si invertiranno molte sequenze. Il dorico greco, non corrisponde al dorico che conosciamo noi oggi.
Beh, prendetevela con qualche monaco anonimo vissuto mille anni fa.
In ogni caso se i Modi sono organizzati e divisi in otto, lo si deve all’altra parte dell’Impero Romano, ovvero quella Orientale, meglio conosciuta come bizantina.
Qui l’antico sapere greco si era conservato meglio, essendo i bizantini stessi gli eredi culturali del mondo greco romano. Il sistema degli Otto Modi viene chiamato Octoechos.
L’Impero Carolingio non farà altro che riprendere tale organizzazione e reimpostarla secondo il proprio calendario liturgico. Poiché le settimane erano divise in canti utilizzanti determinati modi diversi. Come vedremo questi otto modi sono divisi in quattro autentici e quattro plagali.
Ma per comprenderne la storia e alcune delle caratteristiche più importanti vi invito a guardare il video.
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