Si tratta di modelli “gig-oriented”, ovvero studiati ed ottimizzati per essere efficaci durante la performance dal vivo (in barba al terribile momento storico che il settore sta attraversando).
La serie YC infatti offre un ventaglio di suoni e caratteristiche particolarmente adatti a farne strumenti facili, intuitivi ed efficaci.
Il pannello comandi è ben strutturato e chiaro nelle sue sezioni, i 9 drawbars fisici faranno la gioia di tutti gli appassionati di organi (il motore sonoro fa parte della famiglia Virtual Circuit Modeling), e la doppia sezione AWM si occupa di riprodurre suoni di piani acustici ed elettrici, archi, fiati, sintetizzatori di varia natura e persino suoni in FM.
L’implementazione MIDI permette una facile comunicazione con altri strumenti, e i tagli di tastiera disponibili mirano chiaramente a diverse fasce di utenza: 88 tasti pesati per chi predilige suonare i pianoforti, 73 e 61 tasti semipesati waterfall per chi ama uno strumento più “trasversale”.
La disponibilità degli Yamaha YC dovrebbe essere imminente, con prezzi di listino di 2999 dollari per YC73 e 3499 dollari per yC88, maggiori informazioni sul sito ufficiale.
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