1 Maggio 1988: il panorama delle tastiere digitali, della loro tecnologia, del modo di produrre musica vengono radicalmente cambiati dal lancio sul mercato di una vera pietra miliare, la Korg M1. Il modello che arriverà negli anni a superare nelle vendite due mostri sacri come Roland D50 e Yamaha DX7 porta con sé caratteristiche peculiari che daranno vita ad una nuova categoria di strumenti: le Workstation.
A definire la natura di questo tipo di strumenti è la presenza a bordo di un vero e proprio sequencer MIDI (a 8 tracce nel nostro caso), che apre così all’utente le porte della produzione musicale a 360 gradi racchiusa in un unico strumento: grazie ad una capacità di memorizzazione fino a 7.700 note, 10 songs, 100 patterns, possibilità di editing e quantizzazione, e alla vasta (per l’epoca) memoria di 4 MB che racchiude diverse categorie di campionamenti, l’M1 segna un nuovo standard nel campo della produzione musicale.
Prodotta fino al 1995, la versione originaria è stata poi sviluppata in diverse declinazioni sia a tastiera che a rack, con campioni aggiuntivi, possibilità di leggere floppy disk, e una collezione di card esterne suddivise per categorie con cui personalizzare lo strumento.
A 30 anni di distanza dalla commercializzazione, risulta difficile trovare un campo della musica moderna in cui non ci sia stato il contributo della M1: grazie alla sua capacità di ricreare credibili sonorità acustiche, articolate texture digitali, potenti suoni techno-oriented e una batteria di effetti digitali di tutto rispetto, questo modello è stato forse il più “trasversale” tra i generi musicali, spaziando dal Pop/Rock alla Dance, dalla Techno alla musica sperimentale, dal Jazz alla Fusion, insomma è diventato uno standard apprezzato da tutti gli addetti ai lavori.
Gli elenchi dei suoi utilizzatori che si possono facilmente trovare online sono praticamente sempre parziali: a cavallo degli anni ’80 e ’90 non esisteva di fatto uno studio, un palco o una qualsivoglia produzione che non avesse almeno una M1 (in qualsiasi versione, e spesso più di una) nel proprio arsenale.
D’altronde, possiamo considerare la M1 come la prima incarnazione di un concetto, quello di workstation “tuttofare” appunto, che attraverso diversi stadi di evoluzione (per restare in casa Korg citiamo serie T, serie 01, serie Trinity, serie Triton, serie M3 e l’attuale serie Kronos, ognuna con le proprie declinazioni) è arrivata fino ai giorni nostri, seguendo sì le mode e i gusti sonori delle diverse generazioni, ma influenzando a sua volta il modo di fare musica a livello globale, e stabilendo uno standard commerciale con cui tutti i produttori di tastiere digitali si sono dovuti in qualche modo confrontare.
Per chi oggi fosse interessato ancora ai questa mitica workstation, oltre a cercarne un vecchio esemplare ci si può divertire con la KORG Collection – M1 per Mac/Win e l’App KORG iM1 per iPad.
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