Alle radici della musica elettronica e dei sintetizzatori c’è Wendy Carlos, che ha visto il futuro della musica prima che accadesse.
Precorritrice dei tempi in ogni senso, Wendy Carlos è una musicista originaria degli Stati Uniti che nella sua vita ha saputo sfidare e vincere le convenzioni, tanto nella musica quanto nella vita.
Wendy, infatti, nasce nello Stato del Rhode Island nel 1939 come Walter Carlos ed è con questo nome che inizia anche la sua carriera professionale.
Appena può, tuttavia, Walter diventa Wendy, con un intervento chirurgico di cambio sesso all’inizio degli anni ’70, in un periodo in cui, anche in una terra di apparente “libertà” come gli States, non è certo facile passare sotto il giogo del bigottismo e dell’omofobia.
Come dicevamo, Walter/Wendy (e sarà l’ultima volta in questo articolo che la indicheremo con il doppio nome) è tanto proiettata nel futuro per quanto riguarda la vita, quanto nella sua passione musicale.
Poiché si può dire che è una delle prime musiciste ad utilizzare un sintetizzatore elettronico, per la precisione (ma non può essere che così del resto) gli strumenti dell’allora neonata Moog.
Le basi certo non le mancano, avendo iniziato lo studio del pianoforte sin dalla tenera età di 6 anni ed essendosi laureata in Fisica e Musica.
È al Columbia-Princeton Electronic Music Centre di New York che la Carlos ha l’opportunità di imparare dai progettisti e precursori come lei della musica elettronica. Ad esempio da Vladimir Ussachevsky, che la mette in contatto con il mitico Bob Moog.
Moog al tempo sta progettando il suo primo sintetizzatore analogico generante suoni attraverso vari moduli collegati tra loro da cavetti elettrici e gestiti da tante, tante manopole.
Bob e Wendy lavorano insieme a una versione compatta di ciò che sarà il Moog synth e alla tastiera sensibile al tocco.
Siamo nel 1968 quando viene dato alle stampe Switched-on Bach, uno dei primissimi album che dimostrano le potenzialità di questa nuova tipologia di strumenti. In specifico, viene usato un Moog Synthesizer III personalizzato.
L’album, che come si intuisce dal nome contiene alcune opere di J.S Bach, tra cui l’intero Concerto Brandeburghese n.5, vende oltre un milione di copie e viene premiato con 3 Grammy Award (Best Classical Album, Best Musical Performance e Best Engineered Classical Recording).
L’anno successivo, sull’onda del successo, esce quindi The Well-Tempered Synthesizer e anche in questo caso viene omaggiato J.S. Bach, il titolo deriva infatti dal suo Il Clavicembalo ben temperato.
Pur tuttavia il disco contiene anche opere di Monteverdi, Händel e altri compositori.
Forse non tutti sanno che, un anno prima dell’operazione, nel 1971, è proprio la Carlos a firmare la colonna sonora di uno dei film più famosi e controversi della storia del cinema, Arancia Meccanica di Stanley Kubrick.
Il visionario regista rimane così affascinato da quelle sonorità che la vuole accanto a sé anche per un altro dei suoi capolavori assoluti, The Shining.
Se questo per voi non fosse già abbastanza, soprattutto per coloro che fino ad oggi non avevano mai sentito parlare della Carlos, aggiungiamo che si deve probabilmente a lei gran parte del merito dell’ispirazione per tutti i musicisti di musica Ambient.
Basti ascoltare l’album del 1972, Sonic Seasonings, che viaggia tra suoni sintetizzati decisamente dilatati, che non poggiano su precisi temi e melodie, ma compongono un tessuto sonoro virtualmente senza confini.
Mi rivolgo ora alla generazione degli anni ’80 appassionata ai film di fantascienza per ragazzi. C’è un nome su tutti che lega indissolubilmente l’impatto visivo a quello audiofilo. Ok, forse il secondo nome che può venirvi in mente, tolto Blade Runner…
Stiamo parlando del film Disney che per la prima volta ha combinato pesantemente girato reale e animazione computerizzata, Tron.
Quale miglior parallelo da accostare alla carriera di chi, quasi 15 anni prima, aveva proiettato la musica in un nuovo futuro elettronico?
La nostra Wendy firma la colonna sonora del film, un vero capolavoro nella sua unicità. Non è un caso che in anni più recenti, per il remake del film Tron: Legacy, vengono scelti musicisti del calibro dei Daft Punk, naturali figli (anzi, nipoti) delle magie sonore della Carlos (e anche loro realizzano un’ottima soundtrack del resto).
Non tutto il materiale composto dalla Carlos sarà però utilizzato nel film, lo scartato (o sarebbe meglio dire “rimpiazzato”, da cose più commerciali come i Journey) viene riutilizzato in Digital Moonscapes, suo album del 1984.
Usciranno quindi altri dischi, con ulteriori sperimentazioni musicali, uscendo fortemente dai canoni delle tradizionali occidentali, stravolgendo intonazioni e scale sia prendendo spunto da sistemi orientali, sia inventando di sana pianta.
Spero che dopo questa breve digressione siate rimasti colpiti da questa figura storica spesso sin troppo taciuta.
Una persona di vero talento, che ha contribuito alla cosiddetta Synth Revolution del secolo scorso.
E se questo non bastasse, sappiate che nel tempo libero è anche una fotografa di eclissi solari. E che le sue foto sono state pubblicate anche dalla NASA…
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