Gli appassionati di tastiere digitali non sono certo solo tastieristi provetti ma anche principianti e appassionati amatoriali. Ma esistono anche altre tipologie di musicisti che arrivano aquesti strumenti, pur non avendo una preparazione tecnica per le tastiere.
Mi riferisco, ad esempio, ai chitarristi per i quali l’ausilio di una tastiera digitale può dimostrarsi spesso di grande aiuto: se poi la tastiera offre le sequenze di accompagnamento di un arranger, ecco che allora un esperto delle sei corde può essere facilitato nell’esercitarsi sulla chitarra con un particolare brano o addirittura può suonare la propria chitarra dal vivo con accompagnamento ritmico.
Come i principianti e i musici amatoriali, anche i chitarristi, possono soffrire di restrizioni di budget per l’acquisto delle tastiere, visto che le risorse economiche principali sono tipicamente riservate agli strumenti a corda. In altre parole siamo di fronte ad un’ampia platea eterogenea di musicisti che presta attenzione abitualmente alle tastiere arranger e, fra queste, a quelle accessibili con una spesa contenuta, scartando a priori gli strumenti di pregio superdotati di funzioni hardware e software che, del resto, in questi casi si rivelano superflui.
Se da una parte esiste un mercato per le tastiere a buon prezzo, esiste comunque un punto limite sotto il quale vivamente si raccomanda di non scendere onde evitare il rischio di trovarsi fra le mani una tastiera con il suono di una marimba quando ci si aspetta invece di suonare il Grand Piano. Quali sono le caratteristiche per le quali non è possibile scendere a patti? Valutiamole insieme.
Partiamo dalla qualità dei tasti: se il prodotto che cerchiamo è a buon prezzo, dobbiamo accettare il fatto che i tasti siano leggeri e non pesati come un pianoforte digitale. Comunque sia, dovremmo assicurarci che siano dinamici, che cioè l’intensità del suono cresca o diminuisca in base alla forza con cui si suona, proprio come succederebbe con un pianoforte acustico.
La tavolozza sonora di bordo dovrebbe poi essere organizzata secondo lo standard GM (meglio GM2), in modo da garantire la compatibilità con gli SMF facilmente reperibili sul mercato e per assicurare un numero sufficiente di suoni di strumenti acustici, sintetizzatori e kit percussivi. Lo standard GM prevede 128 suoni (256 il GM2) ma, se lo strumento dispone di voci aggiuntive, ancor meglio. La polifonia di 32 note è il minimo sindacale, ovviamente se le note sono 48 o superiori non guasta.
Il controllo in tempo reale della tastiera dovrebbe garantire la possibilità di sovrapporre almeno due suoni contemporaneamente (Dual) e di dividere ciò che si suona su estensioni separate (Split). La sezione arranger di base deve proporre non meno di sei tracce ed il controllo di Intro, Ending, Main e Fill-In. Se il numero di stili di serie è inferiore a 200, bisogna verificare la possibilità di espandere il repertorio importando stili compatibili dall’esterno.
La presenza di una connessione USB-to-Host con il PC consente di pilotare lo strumento da un sequencer esterno o di caricare risorse aggiuntive, mentre la porta USB-to-Device garantirà lo stesso caricamento in modo diretto, tramite magari una pen drive e senza dover disporre di un PC. La dotazione di bordo prevede in genere anche un processore per effetti di riverbero e Chorus: non limitiamoci a questi due soltanto, la presenza di altri effetti contribuisce ad aumentare l’efficacia dell’esecuzione strumentale.
Negli ultimi anni, si è diffuso l’uso di esercitarsi suonando insieme a basi MP3: se quindi dovesse mancare questo supporto sulla tastiera, è bene assicurarsi della presenza di un ingresso AUX IN a cui collegare un lettore esterno (qualsiasi smart phone sul mercato oggi è in grado di mettere le basi MP3 in playback).
Un registratore MIDI di bordo può servire per memorizzare le proprie idee, abbozzare le prime composizioni o per riascoltare il risultato dei propri esercizi: non dovrebbe quindi mancare in un arranger, mentre per alcuni un probabile valore aggiunto potrebbe essere la registrazione in formato audio su memoria flash USB.
Il metronomo è sempre comodo così come i pulsanti dedicati al controllo del tempo e del trasporto. È buona cosa verificare la presenza di ingressi per il pedale tonale, detto anche damper o sustain. Nel parco connessioni, difficilmente troverete le uscite stereo audio di linea su strumenti di questo prezzo, ma potrete sfruttare l’uscita della cuffia, in genere, ottimizzata anche per questo impiego. Queste tastiere portatili dispongono sempre di un sistema di amplificazione, ma non aspettatevi prestazioni da questi altoparlanti oltre l’impiego per l’ascolto casalingo.
Ora, visto che ci poniamo in una fascia di prezzo abbordabile, ecco una breve rassegna dei modelli per i quali vale la pena soffermarci e condividere alcune valutazioni di massima. Cominciamo da Casio, produttore giapponese, perché è considerato il principe degli strumenti musicali a buon prezzo e perché, da sempre, è uno dei protagonisti del comparto arranger. Casio CTK-6250 è un arranger molto bello esteticamente. La polifonia è di 48 note, il numero di voci è ampio (700) e il repertorio dell’arranger vanta 210 stili che possono essere affiancati da un arpeggiatore. È possibile personalizzare le voci e gli stili, ma l’uso dell’editor è condizionato dalle limitate dimensioni dello schermo.
Il sequencer Casio offre 17 tracce e non manca un mixer a 32 canali. È possibile caricare risorse aggiuntive grazie ad uno slot per scheda SD (con tagli fino a 32 GB) e all’interfaccia USB con cui collegarsi a un PC. La CTK-6250 è alimentabile anche a batterie. Si trova in vendita al prezzo di 329 Euro circa.
Se a qualcuno servissero 76 tasti, allora la scelta potrebbe ricadere su Casio WK-7600 che è il modello di punta dell’offerta Casio. Ad un prezzo incredibile di 450 Euro circa, potete disporre di uno strumento che offre di più rispetto a CTK-6250: ben 820 suoni, 260 stili di accompagnamento, cursori fader per controllare a scelta il mixer o i drawbar dell’emulazione di organo a bordo; dulcis in fundo, la registrazione in formato audio su scheda SD. Nell’amplificazione non va trascurata la presenza di un sistema Bass Reflex negli altoparlanti di bordo.
Passiamo ad altri marchi: con la Roland BK-3 siamo di fronte al modello di ingresso degli arranger del marchio nipponico: è interessante osservare come l’inserimento di una memoria flash USB consenta di accedere allo sterminato repertorio di stili che ha reso celebre Roland sin dai primi anni novanta. BK-3 offre 850 suoni e 50 set di batteria e una compatibilità con GM2, GS e XG Lite per garantire la migliore riproduzione degli Standard MIDI File (non si dimentichi che quando gli SMF dominavano il mercato, sulle tastiere era Roland lo standard per i programmatori di basi).
Tempo e tonalità possono essere modificati anche nel caso di file audio, per adattarli alla propria voce o scelta esecutiva. La funzione Center Canceler permette la riduzione del volume del canto nei file WAV e MP3, rendendoli riutilizzabili per il karaoke. La registrazione audio avviene su penna USB in formato WAV. Il prezzo è di 449 Euro circa.
Chiudiamo la nostra breve rassegna con la tastiera più economica e più essenziale: costa solo 279 Euro ed è Yamaha PSR-E443. Ci sono 755 voci e 200 stili. La polifonia è di sole 32 note e il sistema di altoparlanti a due vie sembra esprimere i bassi in modo accettabile. I 150 pattern dell’arpeggiatore possono essere controllati dagli accordi suonati sulla tastiera.
Manca il supporto MP3 di bordo ma è possibile collegare un lettore audio esterno al jack AUX IN e suonare insieme alle basi, dopo aver magari attivato la riduzione automatica del volume delle voci e delle line melodiche delle registrazioni originali. PSR-E443 può essere collegato a dispositivi Apple (iPhone, iPod Touch, iPad ) per sfruttare le app Yamaha quali Scale Tuner, Metronome e Visual Performer.
Le proprie impostazioni, i brani musicali e le altre risorse possono essere gestite sullo strumento grazie alla connessione USB-TO-DEVICE. Questo modello sembra essere il prediletto per chi si diletta a giocare come fosse un DJ, grazie alla funzione PATTERN che mette a disposizione loop e beat. Due manopole permettono di filtrare e regolare il suono in tempo reale. Il modello direttamente superiore in casa Yamaha è PSR-S670, che offre molto (ma molto) di più, purtroppo richiede di aprire il portafoglio e rintracciare 629 Euro circa e quindi saremmo sopra la soglia dei 500 Euro che ci siamo posti come limite.
Qualche suggerimento prima dell’acquisto: provate qualsiasi strumento con calma in negozio, per capire se siete a vostro agio con i controlli sul pannello e la navigazione dei menu nel display; inoltre, ascoltate con attenzione sia le varie timbriche, sia gli stili principali del vostro repertorio preferito, perché se lo strumento offre già un buon corredo, non sarà necessario in seguito procacciarsi altro materiale musicale.
In conclusione, va da sé che per coloro che possono spendere di più, si aprono nuove occasioni per trovare prodotti più ricchi di risorse, tuttavia oggi mi fermo agli apripista di questo mercato. Il progresso tecnologico dell’ultimo decennio ha consentito una riduzione dei costi di produzione tale da concedere un livello di qualità, nemmeno immaginabile fino a pochi anni fa, anche a questo comparto di piccoli strumenti più misurati.
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