Testiamo il piano Yamaha P-125, esaminandolo nei dettagli grazie all’articolo scritto da Gabriele Agosta e al video con protagonista Luciano Zanoni.
Yamaha è tra i produttori di strumenti a tastiera che più di tutti ha sviluppato nel corso degli anni il concetto di “portable piano”, ovvero uno strumento che possa sostituire un pianoforte acustico (fatte le ovvie debite proporzioni) ma che sia economicamente abbordabile, leggero, versatile pur mantenendo una buona resa.
Anzi, possiamo dire che la serie P ha rappresentato negli anni un vero e proprio standard a livello internazionale, e molti strumenti di questa serie (come il P90, o l’apprezzatissimo P120) sono tuttora ricercati da molti professionisti che ne apprezzano il suono, la costruzione e la versatilità.
Con queste premesse, accingendosi a provare l’ultima incarnazione della famiglia ovvero il P-125, è normale avere un certo tipo di aspettative.
Già dal primo approccio allo strumento si capisce che i parametri caratteristici della serie sono stati rispettati: strumento compatto (132cm il lato più lungo), leggero (11,8 kg), senza fronzoli, si maneggia facilmente e mette subito a proprio agio, regalando immediatamente il giusto feeling con le funzioni.
La meccanica Graded Hammer Standard (GHS) a 88 tasti risulta solida al tocco, la pesatura è realistica su tutta l’estensione dello strumento e conferisce una ottima sensazione di controllo su tutti i 24 timbri disponibili.
Due diffusori sono ospitati ai due lati del pannello superiore, e sono composti da un altoparlante da 12cm e un tweeter da 4 cm ognuno; la potenza è di 7w per canale, più che sufficiente per studiare in casa o per piccole prove.
Le connessioni poste sul pannello posteriore prevedono alimentazione, uscite jack, presa per pedaliera opzionale, presa per pedale sustain (fornito in dotazione), presa USB-to-host; due comode prese cuffie trovano invece posto sul pannello frontale.
Il pannello superiore ospita i controlli principali dello strumento: da sinistra, pulsante di accensione, cursore del volume, pulsanti dedicati alla gestione delle Songs e dei Rhythm, e infine sei pulsanti destinati alla selezione dei timbri.
Suddivisi in 6 categorie, i timbri disponibili rispecchiano l’impostazione generale già vista su altri modelli della serie P, con quattro pianoforti acustici, quattro elettrici, quattro organi, quattro archi, quattro tra clavicordi e vibrafono, e quattro bassi. Quest’ultima categoria si può aggiungere sotto forma di split agli altri suoni, semplicemente premendo il relativo pulsante.
Altre funzioni possono essere raggiunte con una combinazione di tasti del pannello e tasti della tastiera: in questo modo si può gestire il metronomo (volume e tempo), gli speaker e l’attivazione del Sound Boost.
La resa sonora del P125 è di tutto rispetto. Il motore sonoro, denominato Pure CF Sound Engine, risulta sempre pieno e brillante, le quattro varianti dei piani acustici sono sufficientemente diverse tra loro, in modo da coprire un ampio spettro di utilizzo, e lo stesso vale per i piani elettrici.
Il resto dei timbri a bordo sono da considerarsi “di contorno”, utili e ben suonanti in caso di emergenza, ma non sono pensati come timbri di primo piano in uno strumento di questo tipo. Molto generoso il dato di polifonia massima, che è di ben 192 note.
E se lo strumento avesse più delle potenzialità che si possono intuire dall’esterno? Niente paura, ci pensa Yamaha a darci le chiavi per aprire il “cofano” e vedere (e non solo) cosa c’è sotto.
Con la applicazione Smart Pianist, disponibile gratuitamente per dispositivi iOS, è infatti possibile gestire interamente le funzioni del P125, ed altro. Lo scopo di questa app è infatti facilitare drasticamente l’intera gestione dello strumento, offrendo un’interfaccia molto più immediata e completa per accedere alle varie funzioni disponibili.
È sufficiente collegare il dispositivo al pianoforte tramite un normale adattatore USB-Lightning (o un Camera Connection Kit) e lanciare l’applicazione per poter configurare i dettagli di funzionamento del P125 con grande facilità; si possono creare split e layer tra i vari timbri, modificare le impostazioni del generatore sonoro (trasposizione, intonazione fine, comportamento del pedale, risposta dinamica della tastiera, acustica), accedere al registratore di bordo e sfruttare i 20 pattern ritmici disponibili.
L’App è inoltre in grado di analizzare i file audio presenti sul dispositivo e ricavarne gli accordi, disponendone le sigle in una comoda griglia che segue l’andamento del brano; questa funzione risulta molto utile in fase di studio e per allenare l’orecchio.
L’impressione generale che il P-125 regala è di uno strumento molto concreto, progettato secondo le necessità del musicista moderno che ha bisogno di uno strumento versatile.
La resa sonora è di alto livello, non sfigura certo né su un palco né in ambito di produzione, e le funzionalità aggiuntive hanno fatto fare alla serie P un notevole salto di qualità rispetto ai modelli del passato, confermandola così un punto di riferimento nel panorama dei pianoforti digitali portatili.
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