Mi chiamo Eric Buffat e faccio il musicista da più di trent’anni. Ho avuto la fortuna di imparare a suonare il pianoforte col Maestro Walter Savelli, pianista per molti anni di Claudio Baglioni, e grazie a questo ho avuto l’occasione di collaborare per tutta la mia carriera con alcuni tra i migliori artisti e musicisti italiani e stranieri.
La mia carriera è cominciata come pianista di pianobar fino ad arrivare per mia fortuna a fare la cosa che amo di più, comporre le musiche per molte canzoni di successo.
Ho scritto canzoni per Laura Pausini (Un’Emergenza d’amore – Il mondo che vorrei – Angeli nel blu – Volevo dirti che ti amo – La voce), Paolo Vallesi (Grande – Tutto Va bene – A spasso con Toby), Raf (Stai con me), Irene Grandi (In vacanza da una vita – Bum Bum – VaiVaiVai – Bambine Kattive) e negli ultimi anni sto collaborando stabilmente con Fiorello con cui ho scritto la canzone che ha portato al Festival di Sanremo 2020: “La classica canzone di Sanremo”
Scrivere canzoni per me è una tra le emozioni più inebrianti al mondo e riuscire a trasmettere la prima emozione provata durante la composizione ripaga della fatica fatta per arrivare a quel risultato. Se poi si riesce a rendere questo un lavoro è come un sogno che si realizza.
Ma come si diventa compositori? Come si può rendere questo un lavoro?
Sicuramente la prima cosa che non deve mancare è la passione, la determinazione e le pazienza. Tutto è spinto da questo, perché le ore di studio e di lavoro non peseranno se tutto quello che si fa è per passione.
Sicuramente io sono diventato un musicista e poi un compositore perché di base sono un grande ascoltatore di musica. Ho cominciato dal jazz che mi faceva ascoltare mia madre nel nostro giradischi del salotto e poi ho spaziato a molto generi diversi, non limitandomi ad ascoltare ma studiando e analizzando ogni idea compositiva che poteva derivare da generi diversi.
Per questo la passione della musica è l’ascolto di altri musicisti che permette di carpirne i segreti, analizzandone le strutture, i giri armonici e i testi, la velocità, la durata e gli eventuali cambi di tempo.
Quando si ama la musica, il passo successivo è prima imparare a suonarla e poi provare a scriverla, inventarla, crearla.
C’è una cosa che mi ha sempre contraddistinto quando scrivo una canzone: si fanno tanti tentativi, si modifica tante volta la struttura, le note, gli accordi, si taglia, si allunga… ma quando la melodia è quella giusta la pelle d’oca che mi viene sulle braccia è un segno chiaro che la strada è ben tracciata.
All’inizio non è facile per svariati motivi, primo fra tutti ricordarsi la melodia dalla quale si parte dopo averci girato intorno per svariati minuti.
Nel tempo però ho imparato a mie spese un po’ di “trucchi del mestiere” che nel tempo mi sono tornati utili e che ho cercato di riunire in un corso che tengo ormai da svariati anni in giro per le scuole più prestigiose in Italia, piccoli tricks che cerco di trasmettere ai miei allievi che vogliono intraprendere una carriera da compositori, o solamente esprimere quello che a parole non riescono a dire.
Ad esempio, ricordarsi un buono spunto, una buona idea mentre una persona suona uno strumento, è una cosa difficile da fare: può darsi, infatti, che venga ben presto dimenticata, è una cosa che può succedere. Per ovviare a questo, dico sempre ai miei alunni di organizzarsi in modo tale da potersi registrare, così da non perdere niente.
Specialmente quando si è all’inizio, quando il processo di memorizzazione è ancora più complicato, è buona regola registrarsi sempre, per non perdere niente di quanto creato, inventato, composto.
Nei corsi che tengo cerco di trasferire tutte le mie esperienze personali nel mondo musicale e nel mondo del songwriting partendo dalle spiegazioni più semplici e a volte più ovvie, come ad esempio da dove si parte per scrivere una canzone, quale motivazione avere, quali possono essere gli attrezzi del mestiere, come riuscire ad uscire dal “blocco dello scrittore”.
In particolare è importante capire perché scriviamo, per chi scriviamo, cos’e’ una “cellula” , quali sono i giri armonici più comuni, da dove poter prendere spunti e quali sono le poche regole teoriche della composizione Pop.
Come strutturare un brano, riconoscerne le varie parti e dargli la giusta importanza.
Questo può sembrare banale, ma spesso se si parte da una idea melodica buona ma la struttura della canzone non è organizzata in modo giusto, si rischia di inficiarne la buona riuscita, perché questa non arriva al cuore delle persone come dovrebbe.
Cosa faccio durante il mio percorso creativo del comporre le mie canzoni?
In genere in quando inizio a buttare giù una canzone, comincio sempre da una base musicale o un giro di accordi e poi mi lascio trascinare. Ci deve essere coerenza tra linea melodica, armonica e il significato che voglio dare alla canzone.
Pertanto cerco di immedesimarmi nella canzone e nell’eventuale cantante che la potrà interpretare, immaginandomi le capacità vocali, i gesti, i movimenti e le espressioni del viso e del corpo. Ho sempre trovato molta ispirazione in questo.
Negli ultimi tempi cerco anche di partire direttamente da una melodia senza usare strumenti, semplicemente pensandoci e rimuginandoci sopra fino ad atterrare al mio fido pianoforte e vedere se quello che ho in testa funziona realmente.
E se mi arriva la suddetta pelle d’oca (gran fortuna per me, non a tutti fa questo effetto) allora so di essere nella giusta direzione per una composizione che probabilmente farà strada…
Dopo la composizione del brano rimane fondamentale anche la parte di arrangiamento. La realizzazione del provino, altra parte del mio lavoro che mi appassiona e mi diverte.
Lavorare con Logic o con ProTools , con tutti i vari plug-in sempre più reali e professionali che rendono il lavoro a volte molto più semplice e reale/definitivo nel mio studio, mi prende un sacco di tempo che però passa velocissimo e non fa assolutamente sentire la fatica del lavoro.
Grazie poi alla “gavetta” fatta negli anni da musicista, riesco a cantare le mie canzoni e farci i cori.
Ma la vera “prova del nove” è il momento in cui faccio ascoltare la canzone agli amici, ai colleghi e a volte direttamente agli artisti.
In quel momento mi rendo conto personalmente dei pregi e dei difetti dei brani. A volte da un sopracciglio alzato o da un commento in un certo passaggio della canzone mi rendo immediatamente conto se la canzone funziona o se ha dei difetti più o meno grossi che vanno aggiustati.
Negli anni mi sono reso conto che anche il mio ascolto di solito non è più obiettivo, dopo tante ore passate a cantare e ricantare la mia canzone di colpo si fa attento, i sensi si acuiscono e percepiscono le minime reazioni dell’ascoltatore e anche le mie. Riesco cosi a capire se ho fatto un buon lavoro.
Una cosa importantissima che ho imparato a mie spese è l’importanza di accettare le critiche e di leggere e di capire fra le righe quello che spesso persone che si autodefiniscono “non addetti ai lavori”, ma semplici ascoltatori di musica, pensano della mia canzone.
Mi piace ascoltare proprio la loro critica perché, alla fine, sono proprio loro ad ascoltare e a comprare i dischi e di conseguenza le mie canzoni, e quello che arriva loro non sono raffinatezze tecniche, cose da musicisti, ma pure e semplici emozioni.
E molte volte il loro commento, ancche se un po’ sconclusionato e per niente musicale, tecnico, da esperto, ti fa capire che nella tua composizione c’è un problema e quel problema va risolto. E la maggior parte delle volte hanno ragione.
Per questo ho imparato ad ascoltare.
Se poi finalmente un artista realizza la canzone e la pubblica, l’emozione di sentirla la prima volta in radio, in televisione o dal vivo è immensa.
Una canzone è come un figlio e vederla nascere, crescere e realizzarsi è una grandissima emozione e soddisfazione.
Per concludere, il miglior consiglio che posso darvi è quello di lasciarvi andare e di farvi trascinare dalle emozioni, che se imparerete ad ascoltare e a controllare vi faranno fare il lavoro più bello del mondo!
Se vuoi saperne di più sul corso di studi del maestro Eric Buffat collegati ora al sito ufficiale di MAST Music Academy.
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