Perché ci sono persone che, pur studiando la tecnica strumentale o il canto, appaiono meno musicali o meno creative di altre che si impegnano allo stesso modo o che provengono da percorsi meno strutturati o che dedicano meno tempo allo studio?
Ti sei mai chiesto, inoltre, perché ci sono persone che dimostrano una grande conoscenza di aspetti formali musicali ma sono poi carenti in espressività, capacità creativa ed esecutiva o, ancora, persone che sono in grado di suonare leggendo ma che, una volta allontanate dallo spartito, non riescono ad orientarsi nella ricerca di una melodia o di un gruppo di accordi o nell’elaborazione di un piccolo accompagnamento ritmico?
Le risposte a queste domande sono contenute in un corpus di studi realizzati a partire dalla fine degli anni ’50 del Novecento da Prof. Edwin E. Gordon e dai suoi colleghi e allievi fino ai giorni nostri.
L’insieme di questi studi è noto come Music Learning Theory o Teoria dell’Apprendimento Musicale e costituisce un insieme unico di osservazioni e studi che ci spiegano perché possiamo imparare la musica e cosa significhi impararla.
Gordon dimostra l’esistenza in ogni essere umano di un potenziale di apprendimento musicale, l’attitudine musicale, che è eredità specifica della nostra specie in continuità con quella proveniente da altri rappresentanti del mondo animale, la quale, se nutrita opportunamente, ci permette di dar vita a un insieme di processi di apprendimento e di sviluppare un insieme di competenze musicali riunite sotto il nome Audiation.
L’attitudine musicale non ha la stessa dimensione in ogni individuo ma, soprattutto, è un potenziale di apprendimento che, se non nutrito opportunamente, non permette lo sviluppo di competenze di Audiation.
Le competenze di Audiation riguardano la nostra capacità di esplorare, imitare, interiorizzare le regole informali del sistema musicale con il quale, culturalmente, ci interfacciamo fin da quando siamo piccoli. L’insieme di processi che danno vita alle competenze di Audiation hanno a che vedere con l’ascolto e l’esplorazione sensoriale, con il corpo in movimento, della musica con cui entriamo in contatto, sotto forma di repertori, cantata e suonata da altri rappresentanti della nostra comunità di appartenenza.
Sono i primi processi e competenze di audiation a permetterci di acquisire, ad esempio, la capacità di cantare con intonazione accurata e senso del ritmo stabile e consistente.
Queste stesse competenze, di natura squisitamente informale, permettono l’accesso ad uno studio formale della musica fruttuoso e motivante.
La Music Learning Theory descrive tali processi e suggerisce attività educative e didattiche finalizzate a promuoverli permettendo, così, ad ogni persona, di acquisire abilità musicali informali e formali.
Gli insegnanti di musica che lavorano secondo i principi della Music Learning Theory accompagnano gli allievi in percorsi di sviluppo dell’audiation fin da piccolissimi oppure propongono agli allievi più grandi, di canto o strumento, di coro o di orchestra o band, percorsi finalizzati a recuperare in modo compensatorio alcune abilità sulle quali sono più deboli o a svilupparne altre, tra le quali le abilità di improvvisazione.
In Italia, l’associazione Audiation Institute realizza dal 2013 un percorso di formazione completo rivolto a musicisti e insegnanti di musica che desiderino conoscere principi e strumenti della Music Learning Theory.
Il corso si svolge in collaborazione con MaMu – Magazzino Musica, a Milano, e ha una durata di un anno scolastico. La formazione è accreditata MIUR grazie alla sinergia con l’IS Thouar-Gonzaga di Milano.
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