Tutti nella nostra vita (chi più chi meno), siamo stati tormentati da solfeggio e compagnia bella. Purtroppo i metodi cosiddetti "classici", più o meno validi per la quasi totalità degli strumenti... non presentano risultati soddisfacenti applicati alla chitarra ed in genere a tutti gli strumenti a corda o comu
Tutti nella nostra vita (chi più chi meno), siamo stati tormentati da solfeggio e compagnia bella. Purtroppo i metodi cosiddetti “classici”, più o meno validi per la quasi totalità degli strumenti… non presentano risultati soddisfacenti applicati alla chitarra ed in genere a tutti gli strumenti a corda o comunque a tutti quegli strumenti che possono emettere una nota con lo stesso “pitch” (intonazione) in diverse posizioni. Certo, si diranno alcuni, dopo anni e anni di lettura… anche con i metodi più standard si arriva a buon fine… ma quanta fatica… quante centinaia di ore che avremmo potuto impiegare imparando qualcos’altro…Dunque cosa occorre?
Più o meno basterebbe considerare la chitarra come una chitarra e non come un pianoforte… ma andiamo per gradi (preghiamo i signori pianisti di non prendere questo come un atto offensivo, ma come una semplice e reale differenza tra i due strumenti).
Affrontare la lettura per un chitarrista, come già detto, è quanto mai ostico.
Ecco un breve vademecum per permettere ad ognuno di “iniziare” il lavoro di solfeggio senza sedute stressanti e… purtroppo spesso senza risultato!
Scegliere un pezzo da leggere (iniziamo con partiture molto semplici senza grossa escursione tonale) possibilmente che non faccia parte del nostro bagaglio musicale, perché sarebbe troppo facile leggere ad esempio “Tanti auguri a te”… non perché in se’ sia facile da solfeggiare, ma è talmente presente nel nostro orecchio che poco ci vorrebbe a trovare le note esatte sulla nostra tastiera senza l’utilizzo dello spartito, quindi il lavoro verrebbe falsato
Controlliamo la forma, la struttura, le pagine, le sezioni, i ritornelli, le ripetizioni, insomma tutto quello che abbia importanza per permetterci di avere dei punti di riferimento
Osserviamo il tempo, il metro (numeratore/denominatore), la tonalità in chiave e le eventuali modulazioni
Controlliamo l’estensione di intonazione di tutto il pezzo (in parole povere vediamo qual è la nota più alta e quella più bassa) per trovare la posizione (o le posizioni) più conveniente sulla tastiera
Cerchiamo il modulo ritmico minimo (ottavi, terzine, sedicesimi), su cui impostare l’andamento (e quindi la pennata)
Andiamo alla ricerca di cose “strane”, difficili, insolite per evitare di trovarci all’ultimo momento problemi nella lettura (ad esempio: gruppetti, intervalli larghi, agglomerati particolarmente “neri”, segni misteriosi, ecc.)
Leggiamo le istruzioni in “lingua” (cioè reggae, rallentato, 8va, strum, solo, suono distorto…)
VISUALIZZIAMO prima di suonare anche una sola nota; fotografiamo e memorizziamo, prima due movimenti (2 beats) per volta, poi misura per misura
Cerchiamo di IMMAGINARE come suonerà quel pezzo di carta ancor prima di averlo suonato
Guardiamo sempre AVANTI, cioè mentre suoniamo la prima battuta… il nostro occhio deve stare sempre una battuta avanti (poi col tempo anche più di una battuta) per evitare complicazioni e per imparare a preparare una frase difficile (come fanno ad esempio quelli che leggono al telegiornale)
Ultima regoletta …ma LA PIU’ IMPORTANTE… Non perdiamoci mai per strada: PRIMO seguire il pezzo; POI suonare!
Piccoli trucchi per altre situazioni
Per quel che riguarda gli accordi sul pentagramma, cominciamo a leggere dalla nota più alta; poi quella più bassa; poi, via-via riempire con le altre verso il centro
All’inizio… quando i problemi saranno molti, organizziamoci a leggere magari solo le note che si trovano sul 1° e sul 3° movimento, in modo da rendere meno faticoso il compito dell’occhio che deve comunque leggere almeno una battuta avanti
E’ fondamentale inserire nel proprio “warm up” giornaliero almeno 15′ di “Sight reading” che però devono essere impiegati al meglio con i metodi suddetti!
Se si fa un errore ad una battuta… non fermiamoci, andiamo avanti, la cosa più importante è seguire. Le “note giuste” arriveranno con l’applicazione giornaliera
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