Nelle due parti precedenti della trattazione abbiamo fatto molta esperienza delle sovrastrutture, dirò così, ordinarie, ossia delle sviluppate secondo il periodo base e primitivo del ii V I, base e primitivo poiché non viene processato mediante l’uso di sostituzioni e appare secondo la sembianza a tutti nota.
Risulta doveroso adesso progredire operandovi una trasformazione tramite sostituzioni e alterazioni degli accordi, avendo come nuovo orizzonte quello di trasformare i suoni contenuti dalla sua forma elementare a una più estesa e meno frequente, di scoprire nuovi spazi sonori fecondi dentro questa conformazione abituale e ricca di molto spirito interiore e, come si è veduto, di largo impiego musicale.
Sul trattamento delle sostituzioni sento l’urgenza d’un chiarimento preliminare. Talvolta si tende a fare confusione sul concetto di sostituzione o di suonare alterato, ovverosia tutto ciò che debba godibilmente deformare la consonanza implicita in un accordo.
In realtà alterare non indica affatto l’alterazione del modo di suonare melodico, che dico deve mantenersi costante in sé per perseguire la comprensibilità e la comunicabilità oltre che la coerenza, particolarmente in questo fenomeno godibilmente deformante, il quale allontana dal modo di sentire comune e abituale il rapporto tra armonia e melodia, ma ciò che deve propriamente verificarsi è l’alterazione armonica su cui io sviluppo la melodia.
Dico ciò perché è avvenuto che, insegnando l’argomento in questione e richiedendo il suonare alterato agli allievi, questi coralmente rigettassero l’intelligenza del proprio stile acquisito e di conseguenza ne alterassero la natura, come se l’alterazione non riguardasse soltanto l’armonia ma anche la melodia, distruggendo ogni schema, rinnegando ogni stile.
Ecco, la cosa non sta in questi termini, il sistema melodico resta, ma viene applicato a una sostituzione armonica.
Per chiarire definitivamente, dico che tolta l’armonia originaria, l’improvvisato deve restare nello stile proprio che un musicista ha acquistato, che l’alterazione di un singolo accordo sviluppata melodicamente senza il supporto armonico che lo accompagna non si deve percepire in qualità di alterazione, ma tale solo attraverso il contrasto con l’armonia primitiva che sostiene al di sotto.
Se considerassimo che il mondo della tonalità maggiore potesse avere nessi con il mondo minore, avremmo raggiunto una realtà che nella musica esiste come fermezza da secoli.
Nel nostro caso, se considerassimo allargabili le armonie minori con le armonie del maggiore, avremmo procurato quanto basta per argomentare a lungo.
Abbattiamo il muro del maggiore circoscritto a sé ed estendiamo il paesaggio facendolo comprensivo di ambo le nature. Cosa avviene del periodo ii V I? Beninteso il primo grado conserva il proprio io, il secondo e il quinto si comportano al pari di quelli di un ii V i minore..
Occorre ritornare ai modi cui corrispondono i primi due accordi. Sul secondo grado adopereremo il settimo di MI bemolle maggiore, il cosiddetto locrio (la cui relativa è per l’appunto Cmin7). Sul quinto adopereremo il misolidio della minore armonica di DO e anche, come spiccherà nel prossimo articolo, il superlocrio.
Ritorno a precisare che i modi sono grammatica:, non ricercate la musica in essi se non in funzione delle note dell’accordo dove si possono intercettare le idee, lo stile, la lingua, la sensazione, il bello.
Occupiamoci ora di estrarre le sovrastrutture.
Notate una fondamentale nozione del Jazz. Il G7b9 ha come sovrastruttura il Dmin7b5. Ciò indica che si può permanere in questo grado, cioè che quanto emerge dalle sovrastrutture del Dmin7b5, può sussistere per il G7b9, e in parte è notabile dalle sovrastrutture di quinta e di settima al G7b9.
Quindi un Abmaj7 è facente parte ugualmente di un G7b9, secondo quanto detto.
Come svolto negli articoli precedenti, l’intervento melodico si può eseguire anche con le sostituzioni.
La parte quarta della trattazione punterà la lente al superlocrio e alle combinazioni convenienti tra accordi sostituiti, poiché primo fra tutti è sempre il cammino logico che dobbiamo chiarificare e una sostituzione dovrà contenere una logica ed essere ben agganciata con ciò che la precede e con ciò che la segue.
A titolo di pregustazione del seguito che ci occuperà, propongo un frammento improvvisativo di Sonny Stitt.
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